IL TRAM CHE NON C’E’ E’ GIA’ COSTATO 12 MILIONI
di Sara Scarafia
” REPUBBLICA” 2/01/2021
Il tram che non c’è è già costato 12 milioni per la progettazione e la campagna di indagini propedeutiche. Ma adesso che due emendamenti al bilancio hanno cassato i 43 milioni che la giunta aveva prenotato per il 2021, il progetto già pagato potrebbe dover essere rivisto.
Il nuovo tram che passa da via Roma e via Libertà e collega con l’Università, è a rischio: il progetto che Orlando ha definito come il concretizzarsi della sua «visione», quelle tre nuove linee che a sentire l’assessore Catania dal 1° gennaio 2025 si muoveranno in città, potrebbe subire pesanti ritardi o addirittura arenarsi.
Ma l’infrastruttura non era integralmente finanziata con i fondi del Patto per il Sud?
In realtà lo Stato ha garantito 190 milioni ma per realizzare l’opera ne servono 290: altri 48 li metterà la Regione e 43 il Comune.
Per questo la giunta Orlando aveva appostato le risorse nel bilancio 2020:
16 milioni erano quelli dell’avanzo vincolato che tutta l’aula tranne Sinistra Comune ha dirottato invece su cimiteri, strade e scuole.
Con lo stesso documento finanziario, il Comune accendeva un mutuo da 21 milioni di euro.
Al tram adesso sono rimasti solo i 5 milioni di economie delle prime tre linee.
Ma a cosa servono queste nuove risorse?
I soldi servono per realizzare per esempio tre svincoli – Calatafimi, Einstein, Basile – e anche il nuovo terminal di via Balsamo e quello di via Alcide De Gasperi che sono stati riposizionati rispetto al progetto iniziale per una spesa di quasi 9 milioni in più.
Il mutuo serve anche per rifare interamente via Roma e via Libertà che saranno ripavimentate, illuminate con uno nuovo sistema di illuminazione e abbellite da alberi e arredo urbano.
Servono pure per due rotatorie in via Basile e piazza Alcide de Gasperi e per la revisione dell’intero impianto semaforico.
Quarantatré milioni fondamentali che però non basteranno ancora:
resteranno poi da cercare ancora 30 milioni per la riqualificazione urbana dei quali al momento non c’è traccia.
Il sindaco ha fatto sapere che nonostante il voto sul bilancio, il tram si farà. La mossa adesso sarà quella di portare in aula entro l’inverno una delibera per accendere un mutuo di almeno 40 milioni.
Ma i tempi dell’operazione sono incerti e rischiano di far slittare a data da destinarsi anche la pubblicazione della gara che Orlando sperava invece di assegnare prima della fine del suo mandato.
Intanto, come viene fuori dalla risposta a una interrogazione presentata dalla consigliera comunale di Oso Giulia Argiroffi, di sola progettazione sono già stati spesi 12 milioni.
Il nuovo tram, che prima di Natale ha ottenuto il via libera anche del genio civile, adesso aspetta gli ultimi passaggi formali: l’approvazione definitiva del progetto da parte del ministero o del consiglio regionale dei lavori pubblici e il completamento della procedura di esclusione dalla valutazione di impatto ambientale.
Dopo potrebbe essere bandita la gara. Ma a questo punto è molto probabile che mancheranno i soldi.
La vicenda del nuovo tram ricorda quella delle grandi opere ancora incompiute che nel tempo hanno accumulato ritardi ed extracosti.
Ricordiamo che le 3-4 linee del tram esistenti sono costate 87 milioni in più e otto anni di lavoro
“ REPUBBLICA” Sara Scarafia
2 Gennaio 2021
P.S. Nel maggio del 2002 il Comune di Palermo ( giunta Cammarata) approvò definitivamente il progetto delle nuove linee tranviarie.
Per il completamento dei lavori vennero preventivati 44 mesi per la linea 1, 48 mesi per la linea 2 e 52 mesi per la linea 3.
In parole povere entro il 2007 le 3-4 linee del tram dovevano essere tutte realizzate
Ma chiaramente tali previsioni furono ampiamente superate. Ci sono voluti …..13 anni
Infatti solo nel 2015 , con 8 anni di ritardo, furono inaugurate le 3-4 linee tranviarie con un costo superiore, da quello previsto di ben 87 milioni .
Per un progetto come quello attuale, molto più impegnativo e costoso, quanti anni passeranno prima che sarà realizzato?
E quanti milioni in più ci vorranno ?
Forse quello che conta non è realizzare l’opera ma ….fare gli appalti.
Un interessante articolo della prof. Teresa Cannarozzo, pubblicato da “ Repubblica” il 2 /01/21 dal titolo:
“Un progetto nato sbagliato ma può rivivere con correttivi meno costosi”
affronta il problema del tram che rischia di affondare a causa dei costi esorbitanti e dei tempi di realizzazione lunghissimi.
“Il Consiglio Comunale ha dato una poderosa sterzata alla politica proposta dalla Giunta Comunale, e in particolare dall’assessore Giusto Catania
L’argomento affrontato è quello delle future prime tre tratte del progetto Tram, dal costo compressivo di 290 milioni di euro, (190 fondi statali, 48 fondi regionali, 43 cofinanziamento comunale).
Alla fine di una seduta durata quasi venti ore gli emendamenti sono stati approvati.
Con l’emendamento n. 1 è stato cassato il punto relativo alla contrazione del mutuo di 21 milioni.
Con l’emendamento n. 2 si è sostituito il contenuto del punto sulla destinazione dell’avanzo di 16 milioni di euro del 2019, spostato dal tram a benemeriti interventi di manutenzione a favore del Cimitero dei Rotoli, che versa in condizioni scandalose, e a interventi di manutenzione urbana, aumentando il decoro urbano mai così scadente come in questo periodo.
Se la cosa finisse qui si potrebbe pensare che i consiglieri comunali, forse troppo tardi hanno cercato di mettere i bastoni tra le ruote a un progetto epocale: la cosiddetta vision tranviaria. Ma le cose sono appena più complesse e forse più opache.
In un articolo a mia firma e a firma di Salvo Amoroso, pubblicato su Repubblica del 7 dicembre 2019, a proposito delle nuove linee di tram proposte dal gruppo vincitore del concorso, si commentava che il progetto, poco convincente per alcuni aspetti tecnici, presentava un numero esorbitante di opere accessorie, tra cui il rifacimento dello svincolo su piazzale Einstein, lo spostamento dei binari su via Notarbartolo sull’altro lato della carreggiata (avete capito bene), l’eliminazione dell’omonimo capolinea, la pedonalizzazione di via Marchese di Roccaforte e dell’area che vi gravita intorno, il rimaneggiamento dello svincolo su via Lazio, tutti interventi che farebbero lievitare la spesa totale ben al di sopra del finanziamento già disponibile per la costruzione delle linee della prima fase, ovvero i 258 milioni del Patto per il Sud.
Perché il progetto vincitore è pieno di “opere accessorie” o “di completamento”, che fanno sballare i costi?
Perché nessuno se ne è accorto durante l’espletamento del concorso? E durante la redazione del progetto definitivo?
Nessuno vuole picconare il sistema-tram per divertimento o perché è “nemico della contentezza” di professione.
Anzi siamo contenti del fatto che il Ministero delle Infrastrutture tratti Palermo con indulgenza e voglia investire centinaia di milioni pro-tram futuri e futuribili.
Ma un progetto di tale dimensione e di tale entità, con un costo di tale entità, deve contenere il minor numero di errori e il massimo rispetto per i futuri utenti.
Quali possibili soluzioni?
Guadagnare tempo e introdurre nel progetto tutti i correttivi possibili, tenendo conto che stiamo parlando di un sistema a rete, da trattare organicamente, con la consapevolezza che, da un punto di vista del numero di futuri utenti, il segmento più importante a Palermo non è certo la tratta A (Stazione Centrale-Stadio), bensì la tratta che collega corso Calatafimi con la Stazione Centrale lungo via Basile e corso Tukory, a servizio principalmente della cittadella universitaria e del polo ospedaliero.
Parlando di possibili correttivi immediati si sottolinea che questa tratta potrebbe essere realizzata non con il sistema a batterie e senza cavi aerei (sbandierato come innovazione, ma che finora non è mai stato veramente sviluppato per i costi di gestione e le difficoltà tecniche legate agli assorbimenti della rete elettrica), bensì con pali e linea aerea di contatto, unendo per altro due linee esistenti, già alimentate da cavi aerei.
Adottando questa ipotesi si potrebbero utilizzare i tram già in servizio, con un sensibile risparmio rispetto alle previsioni del progetto complessivo, concepito invece dappertutto senza linee aeree (catenarie) con un notevole aumento dei costi.
d’accordo con la cannarozzo. per favore, si torni alla catenaria. l’induzione dal basso implica il rifacimento anche delle linee già esistenti, che sono perfette e mancano solo di frequenza.
si dia priorità alle linee b e c: prolungamento della linea 4 dallo svincolo calatafimi fino alla stazione centrale, dove si collega con la 1.
prolungamento delle linee 2 e 3 lungo via notarbartolo fino a giachery. in questo modo tutte le linee sarebbero collegate. e ce ne vorrebbe un’altra per bonagia.
sarei disposto a ridiscutere su quelle per mondello e sferracavallo, rispettivamente servite dalla metro e dal passante (ma si faccia il prolungamento di via catullo, altrimenti la stazione di sferracavallo non serve il paese ed è isolata dal mondo. si quadruplichi anche la frequenza, che al momento è di un treno ogni ora).
ben vengano i soldi per la riqualificazione di strade e piazze, ma si lascino i fili al tram. l’induzione magnetica consuma il 60 percento di elettricità in più della catenaria, ed è stata usata solo in poche città.
quanto alla linea a, quella di via roma e di via libertà…sarebbe molto meglio degli attuali bus o di quelli elettrici o a metano proposti dai vari populisti alla ferrandelli. se però si vuole veramente fare la metro leggera, allora sarei disposto ad aspettare quella. ma l’iter deve partire subito. altrimento meglio il tram. in ogni caso, il bus è insufficiente.
la cannarozzo si è molto spesa sull’interramento del foro italico e della cala
https://www.siciliainprogress.com/post/cento-anni-di-progetti-per-rifare-il-waterfront-di-palermo?fbclid=IwAR0MnKU_OgRc6bCAybZRtZCo019CdUe2QYbD2L4aKo0o0jGGirbtCqD1r7Q
La Prof. Cannarozzo ha detto diverse cose razionali e condivisibili:
1) Ha detto, GIUSTAMENTE, che è stato un grandissimo errore aver dimenticato, con Orlando, la MAL (METROPOLITANA AUTOMATICA)… tralasciata nei fatti per anni…
2) Ha definito, GIUSTAMENTE, sbagliata la linea tram che dovrebbe in teoria passare per via Roma e per via Libertà… infatti ritiene molto più utile l’idea di fare passare lungo lo stesso asse la metropolitana automatica…
3) Ha detto, giustamente, che altre linee tram potrebbero essere evitate…. in quanto inutili, o in certi casi dannose, o in altri casi insostenibili…
4) Ha detto che la linea tram che dovrebbe servire l’università potrebbe essere utile… e in questo caso sono anche d’accordo…
Speriamo… speriamo… speriamo… speriamo… di non dover mai vedere il tram in via Roma e in via Libertà… sarebbe una stronzata….
io spero nella catenaria su tutte le linee. se non si avvia la metro leggera subito, allora è meglio il tram.